Una storia italiana. Di terremoti ed emergenze sanitarie
Il giorno 2 maggio il capo della polizia Franco Gabrielli ha dichiarato: «Attenzione, con la fase due dell’emergenza coronavirus ripartirà anche la criminalità», che, tradotto, voleva significare «ma perché non prolunghiamo per un altro periodo questa quarantena e poi facciamo in modo che lo stato d’eccezione diventi la normalità…?».
Ebbene, Gabrielli sa perfettamente cosa dice e penso che abbia anche in mente uno scenario ben definito. Infatti c’è stato un periodo e un luogo in cui l’autoritarismo emergenziale è assurto a realtà fattuale, trasformando una città e ilsuo territorio in un laboratorio politico per il superamento di tutte le normali dinamiche sociali. Leggi tutto “Una storia italiana. Di terremoti ed emergenze sanitarie”
Che la vita sia una partita a dadi contro il destino lo scrisse un poeta, che agli anarchici piaccia giocare lo sappiamo. Una prima partita l’abbiamo conclusa. Un mese per tastare il terreno ed annusare i confini della gabbia, un mese di sciopero della fame per far capire che siamo materiale difficile da inscatolare.
Ogni anno a fine giugno Spoleto cambia volto. Tutte le scritte vengono ricoperte, le macerie del terremoto vengono nascoste da esposizioni artistiche, la gente smette di essere razzista… tutto per accogliere quel poco di élite culturale che è rimasta alla borghesia internazionale che viene ad assistere agli spettacoli del Festival dei Due Mondi, sopratutto dagli Stati Uniti dove si svolge l’altra metà di questo grande evento dell’opera, della danza e del teatro. Da quanto apprendiamo sul “Corriere dell’Umbria” e sul sito tuttoggi.info qualcuno c’è è rimasto molto male nello scoprire che il giorno di inizio delle danze (venerdì 28 giugno) i muri appena ripuliti erano di nuovo stati imbrattati da soggetti definiti «vandali» e che alcuni vetri erano stati rotti in città.