Stramonio, n. 0

Stramonio, n. 0
Aperiodico anarchico di critica radicale

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Abbiamo deciso di diffondere queste pagine caustiche per esprimere quello che pensiamo senza filtri né remore. In un mondo in cui la miseria prodotta dal totalitarismo tecnologico plasma sempre più la realtà in tutte le sue sfaccettature, diamo vita a qualcosa di tangibile, che possa avere un riscontro nella realtà, armando menti e mani di chi non si rassegna alla schiavitù e all’alienazione che vorrebbero farci passare per vita.

Tenace, velenoso, solitario, lo Stramonio è una pianta che cresce libera sulle rovine, sulla terra cruda, maceriosa, povera. Diffusa dagli zingari come pianta medicinale, può provocare sogni dolci e piacevoli ma, se utilizzato incautamente, la morte.

Da sempre utilizzato nei riti sabbatici, è l’erba del demonio e delle streghe, strumento per vedere oltre la realtà.

Vogliamo immaginare un “luogo altro” in cui dominio e autorità non possano trovare posto, dove la nocività del potere, feconda di devastazione e annientamento del vivente, sia ridotta in rovine.

La volontà di demolire quest’ordine continua ad agitare gli spiriti inquieti che decidono di ribellarsi qui e ora, senza aspettare che le masse si sveglino dal proprio torpore. Mille sono i modi per ostacolare il meccanismo della civilizzazione. Sta a ognuno trovare il proprio, indirizzando la rabbia contro la società e i suoi sostenitori dove più nuoce.

Anarchici

[Stramonio, n. 0, 3/15]