Stramonio, n. 2
Aperiodico anarchico di critica radicale
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Naturalmente refrattari a vendere l’anima alla società e alle sue leggi, siamo come schiavi annoiati, in balìa di una quotidianità di rassegnazione e asservimento.
Nauseati all’idea di rinunciare a vivere, scriviamo Stramonio. Chissà che questo non possa condurci ad incrociare il passo di altri individui desiderosi di rivoltarsi a questa asfissiante realtà.
Lungi dall’intento di voler guardare il mondo attraverso le sporche lenti della morale, al di là del giusto e dell’ingiusto, intendiamo cogliere il senso di ciò che abbraccia l’eresia e rifiuta ogni consuetudine, di movimento o meno.
Vedere in frantumi l’ordine sociale davanti ai propri occhi potrebbe voler dire scomparire. Ne siamo consapevoli, memori della bellezza che da ciò potrebbe scaturire.
Noi vogliamo esser liberi
far trionfare i nostri desideri
per questo viviamo.
Né la forza della “ragione”, né quella delle armi riusciranno mai a ridurre questa tensione.
[novembre 2015]