Aggiornamento sugli anarchici arrestati il 13 maggio per l’operazione Ritrovo
Giuseppe, Stefania, Duccio, Leonardo, Guido, Elena e Nicole, i sette anarchici arrestati il 13 maggio 2020 per l’operazione «Ritrovo» sono stati scarcerati tutti nel corso della giornata odierna, 30 maggio. A quattro di loro è stato imposto l’obbligo di dimora, con rientro notturno dalle ore 22.00 alle 06.00. La stessa misura repressiva, senza firme, è stata mantenuta anche ad altre due persone tra le cinque che il 13 maggio non erano state arrestate, in quanto destinatarie unicamente dell’obbligo di dimora. A tutti gli altri non è stata mantenuta alcuna restrizione.
Il reato di incendio con l’aggravante di eversione o terrorismo, di cui era accusata una sola persona, è stato riformulato in «danneggiamento seguito da incedio». L’accusa di «associazione sovversiva con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico» è caduta. Resta l’accusa di «istigazione a delinquere», senza l’aggravante terroristica.
L’accusa di incendio si legava all’attacco incendiario del 16 dicembre 2018 contro alcune antenne per le telecomunicazioni site in località Monte Donato a Bologna, antenne destinate alla trasmissione delle reti televisive nazionali e locali. Sul luogo venne lasciata la scritta «Spegnere le antenne, risvegliare le coscienze. Solidali con gli anarchici detenuti e sorvegliati». Le altre accuse erano (e sono) di istigazione a delinquere, deturpamento, imbrattamento e danneggiamento.
A seguito degli arresti le forze repressive avevano dichiarato che gli arrestati erano accusati di aver creato una associazione eversivo-terroristica avente «l’obiettivo di affermare e diffondere l’ideologia anarco-insurrezionalista, nonché di istigare, con la diffusione di materiale propagandistico, alla commissione di atti di violenza contro le istituzioni». Inoltre, la procura di Bologna, con il solito ausilio dei media di regime, aveva sottolineato che le misure cautelari assumevano una «strategica valenza preventiva volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturibili dalla particolare situazione emergenziale», legata all’epidemia di coronavirus, potessero «insediarsi altri momenti di più generale campagna di lotta anti-Stato».
Italy: Update on the anarchists arrested on May 13th in Operation Ritrovo
Giuseppe, Stefania, Duccio, Leonardo, Guido, Elena and Nicole, the seven anarchists arrested on May 13th, 2020, for the «Ritrovo» operation were all released today, May 30th. Four of them are required to stay in the municipality of residence, with return at night from 10 p.m. to 6 a.m. The same repressive measure, but without signatures at the barracks, was also maintained for two other persons among the five who had not been arrested on May 13th, as they were only subject to the residence obligation. No restrictions were maintained for all the others.
The crime of fire with the aggravating circumstance of subversion or terrorism, of which only one person was accused, was reworded into «damage followed by fire». The accusation of «subversive association with the purpose of terrorism or subversion of the democratic order» has been dropped. The accusation of «incitement to commit a crime» remains, without the aggravating circumstance of terrorism.
The charge of fire was linked to the incendiary attack of December 16th, 2018, against some telecommunications antennas located in Monte Donato in Bologna, antennas intended for the transmission of national and local television networks. On the site was left the inscription «Turn off the antennas, awaken consciences. Solidarity with the anarchists detained and under surveillance». The other accusations were (and are) of incitement to delinquency, defacement, soiling and damage.
Following the arrests, the repressive forces had declared that the arrested were accused of having created a subversive-terrorist association having «the objective of affirming and spreading the anarchist-insurrectionalist ideology, as well as instigating, through the diffusion of propaganda material, the commission of acts of violence against the institutions». Furthermore, the public prosecutor’s office of Bologna, with the usual aid of the regime media, had underlined that the precautionary measures assumed a «strategic preventive valence aimed at avoiding that in any further moments of social tension, arising from the particular emergency situation», connected to the coronavirus epidemic, «other moments of a more general anti-State fight campaign could take place».