Genova, piazza San Lorenzo
Sabato 26 settembre, ore 16.00
Presidio contro la repressione in solidarietà agli anarchici/e arrestati/e per l’operazione Scripta Manent.
NON BASTANO LE SBARRE PER RINCHIUDERE L’ANARCHIA
Si avvia a conclusione, a Torino, il processo d’appello per l’operazione «Scripta Manent». Era il 6 settembre 2016, quando vennero arrestati/e otto anarchici/e con l’accusa di aver costituito o partecipato ad una «associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico», accusa di cui nel processo sono imputati circa una ventina di anarchici/e. In particolare le accuse sono di aver realizzato dal 2005 diverse azioni dirette e armate contro le forze dell’ordine (questori, caserme dei carabinieri ed allievi carabinieri, RIS), uomini di Stato (sindaci, ministro degli interni), giornalisti, ditte coinvolte nella ristrutturazione dei CIE ed un direttore di un centro di reclusione per migranti, rivendicate FAI e FAI-FRI (Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale). Inoltre, di aver scritto e redatto pubblicazioni anarchiche, tra cui una storica pubblicazione del movimento, “Croce Nera Anarchica”.
Ad aprile 2019, con la sentenza del processo di primo grado, i compagni Alessandro, Alfredo, Anna, Marco e Nicola sono stati condannati a pene tra i 5 e i 20 anni di reclusione, mentre altri 18 sono stati assolti e due tra questi scarcerati. Nel caso di Alfredo e Nicola, anni di prigionia che si vanno ad aggiungere alla precedente condanna per il ferimento dell’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Un’azione realizzata a Genova il 7 maggio 2012 e rivendicata fieramente in tribunale dai due compagni durante il processo che è seguito al loro arresto avvenuto nel settembre dello stesso anno.
L’inchiesta «Scripta Manent», diretta dal pubblico ministero Roberto Sparagna, cerca di reinterpretare le diverse visioni teoriche nel movimento anarchico, e in maniera strumentale, schematizzarle a fini repressivi in presunte «aree» e relativi «esponenti», differenziando fra anarchici cattivi e pericolosi ed anarchici buoni, tentando di isolare i compagni con lo scopo di poterli seppellire sotto anni di galera e regimi speciali di detenzione.
Tonnellate di cemento su di loro e soprattutto – sperano servi dello Stato, inquisitori e giudici – sulle pratiche di cui sono accusati. Azioni che hanno saputo portare avanti continuità nella lotta e rompere la pacificazione sociale degli ultimi vent’anni, sostenendo senza mezzi termini un conflitto radicale contro il potere, contro lo Stato, le sue istituzioni, le sue carceri e i suoi carcerieri, contro governanti, potenti e padroni che – oggi come ieri – non hanno certo smesso i propri panni e il proprio lavoro: opprimere, sfruttare, dominare, soggiogare, sottomettere, ammazzare in nome dell’ordine, del profitto, della patria, degli interessi di sempre.
Qualcuno ha pagato il genocidio del nucleare, qualcuno ha pagato le incursioni militari e di guerra nei propri territori depredati per le risorse, qualcuno ha pagato la violenza istituzionale dello Stato e della polizia, qualcuno ha pagato la segregazione nei CIE e nelle carceri.
Le pratiche e le metodologie rivoluzionarie che hanno risposto al genocidio del nucleare, alla guerra e al militarismo, alla depredazione delle risorse dei territori, alla violenza istituzionale dello Stato e della polizia, alla segregazione delle carceri e dei lager detti CIE, per cui sono imputati i compagni a Torino sono anche le nostre. Le difendiamo fermamente perché esse, in quanto bagliori di libertà in un mondo di sottomissione, colpiscono i responsabili della nostra condizione di sfruttati, di oppressi, e danno la possibilità di riflettere criticamente e radicalmente sulla natura dell’oppressione stessa, prefigurando il sogno e l’ideale per il quale lottiamo.
Esattamente allo stesso modo, per le stesse ragioni, sentiamo nostra l’azione di cui è accusato Juan, un attacco contro una sede della Lega Nord a Treviso nell’agosto 2018, il cui processo inizierà a Treviso a novembre di quest’anno. Dedichiamo un pensiero di rabbia e affetto per questo compagno che, fino all’arresto avvenuto a maggio 2019, ha saputo sottrarsi per alcuni anni al controllo asfissiante cui siamo sottoposti nell’attuale ordine sociale, che disertando il percorso imposto dal potere, quindi affermando risolutamente la propria determinazione e autonomia individuale, ha saputo intraprendere sentieri non tracciati di libertà.
Ribadiamo che le diversità, la pluralità, i dibattiti e finanche le polemiche sono, da sempre, tra le grandi ricchezze del movimento anarchico e dell’anarchismo in generale. Riaffermiamo che le pratiche di cui sono accusati i nostri compagni sono una viva e insopprimibile espressione della lotta contro l’autorità, una parte integrante delle esperienze e delle lotte del movimento rivoluzionario. Oggi come ieri, solidarizziamo apertamente con gli imputati dell’operazione «Scripta Manent», con Juan, e anche con Flavia, Francesca, Nico, Roberto, Claudio e Carla, prigionieri/e delle ultime operazioni repressive.
In questa giornata salutiamo anche Beppe e Natascia, in carcere da più di un anno, accusati di aver praticato la solidarietà rivoluzionaria con i prigionieri e gli oppressi. A loro va tutto il nostro sostegno, così come a tutti gli/le anarchici/e e i/le rivoluzionari/e imprigionati/e nelle carceri dello Stato in Italia e nel mondo.
Rompere l’isolamento!
Anarchici, anarchiche e solidali
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Genoa, Piazza San Lorenzo
Saturday 26th September, 4pm 2020
Gathering against repression in solidarity with the anarchists arrested following operation Scripta Manent.
ANARCHY CAN’T BE LOCKED UP BEHIND BARS
The «Scripta Manent» appeal trial in Turin is coming to an end. It was on 6th September 2016 that eight anarchists were arrested and accused of having formed or participated in a «subversive association with aims of terrorism and subversion of the democratic order», a charge that about twenty anarchists are accused of in the trial. In particular the accusations are of carrying out, from 2005, several direct and armed actions against the police (police chiefs, carabinieri barracks, carabinieri training centres and RIS), men of State (mayors, the minister of the interior), journalists, companies involved in the restructuring of CIEs and the director of a detention centre for migrants, actions that were claimed FAI and FAI-FRI (Informal Anarchist Federation-International Revolutionary Front). In addition that of having written and edited anarchist publications including a historic publication of the movement, “Croce Nera Anarchica” [Anarchist Black Cross].
In April 2019, with the first-grade trial sentence, the comrades Alessandro, Alfredo, Anna, Marco and Nicola were given sentences ranging from 5 to 20 years of imprisonment, whereas another 18 were acquitted and two were released. In Alfredo and Nicola’s case, years of imprisonment were added to a previous sentence for the kneecapping of the managing director of Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. This action was carried out on 7th May 2012 in Genoa and proudly claimed by the two comrades in court during the trial following their arrest in September of the same year.
The «Scripta Manent» investigation, led by public prosecutor Roberto Sparagna, has attempted to reinterpret the different theoretical views of the anarchist movement and schematize them into alleged «areas» and relative «members» instrumentally, for repressive purposes, differentiating between bad dangerous anarchists and good anarchists, trying to isolate the comrades with the aim of burying them under years of jail and special detentive regimes. Under tons of cement, they and above all – so the State’s servants, inquisitors and judges, hope – the practices they are accused of. Actions which were able to carry forward the continuity of the struggle and break the social pacification of the last twenty years, maintaining in no uncertain terms a radical conflict against power, against the State, its institutions, its jails and its jailers, against rulers, the powerful and the bosses who – now as in the past – certainly haven’t given up their roles and their work: to oppress, to exploit, to dominate, to subjugate, to kill in the name of order, profit, the homeland, the interests of all time.
Someone paid for the genocide of nuclear power, someone paid for military and war incursions in territories being plundered for their resources, someone paid for the State’s and the police’ s institutional violence, someone paid for segregation in CIEs and prisons.
The revolutionary practices and methodologies that have responded to the genocide of nuclear power, to war and militarism, to the plundering of resources in territories, to the State and the police’s institutional violence, to the segregation in jails and concentration camps known as CIEs, which our comrades in Turin are on trial for, are also ours. We staunchly defend them because, as glimpses of freedom in a world of submission, they strike those responsible for our condition as exploited, oppressed, and give the possibility to critically and radically reflect on the nature of oppression itself, prefiguring the dream and the ideal we are struggling for.
Precisely the same way, for the same reasons, as we feel as ours the action that Juan is accused of, an attack carried out in August 2018 on the Northern League premises in Treviso. His trial is due to start in November this year in Treviso. We think for a moment with love and rage of this comrade who, for a number of years before his arrest in May 2019, was able to escape the asphyxiating control that we endure under the present social order. By deserting the path imposed by power and resolutely affirming his determination and individual autonomy, he was able to embark on unmapped paths of freedom.
We repeat that diversities, pluralities, discussions and even polemics have always been part of the great wealth of the anarchist movement and of anarchism in general. We reaffirm that the practices our comrades are accused of are a living and irrepressible expression of the struggle against authority, an integral part of the experiences and struggles of the revolutionary movement. Today as in the past we stand openly in solidarity with those on trial for operation «Scripta Manent», with Juan and also with Flavia, Francesca, Nico, Roberto, Claudio and Carla, prisoners of the latest repressive operations.
Today we also send greetings to Beppe and Natascia, in jail for over a year, accused of having carried out revolutionary solidarity with prisoners and the oppressed. All our support goes to them, as to all the anarchists and revolutionaries imprisoned in the jails of the State in Italy and the world.
Let’s break isolation!
Anarchists in solidarity
Translated by actforfree.nostate.net.
Gênes, Piazza San Loreto
samedi 26 septembre à 16h
Rassemblement contre la répression, en solidarité avec les anarchistes arrêté.e.s lors de l’opération « Scripta Manent »
Pour enfermer l’anarchie, les barreaux ne suffisent pas
Le procès en appel pour l’opération « Scripta Manent », à Turin, s’achève. Le 6 septembre 2016, huit anarchistes ont été arrêté.e.s, car accusé.e.s d’avoir crée ou participé à une « association subversive avec finalité de terrorisme et de renversement de l’ordre démocratique », une accusation dont a été chargée, pendant le procès, une vingtaine d’anarchistes. Plus précisément, les accusation portent sur des nombreuses actions directes et armées menées depuis 2005, contre les forces de l’ordre (commissariats, casernes des Carabinieri et l’école des Carabinieri, le RIS), des hommes d’État (des maires, le Ministre de l’intérieur), des journalistes, des entreprises qui participent à la restructuration des Centres de rétention pour migrant.e.s, ainsi que le directeur d’une de ces structures, toutes des actions revendiquées par la FAI et la FAI/FRI (Fédération Anarchiste Informelle / Front Révolutionnaire International). Elles/ils sont aussi accusé.e.s d’avoir écrit et publié des périodiques anarchistes, dont une publication historique du mouvement : Croce Nera Anarchica.
En avril 2019, avec les condamnations du procès en premier degré, les compas Alessandro, Alfredo, Anna, Marco et Nicola ont été condamné.e.s à des peines allant de 5 à 20 ans de prison, 18 autres compas ont été acquitté.e.s, 2 d’entre eux/elles sortant donc de détention préventive. Dans le cas d’Alfredo et Nicola, des années d’enfermement s’ajoutent à leur ancienne condamnation, pour avoir blessé le PDG d’Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Une action qui a eu lieu à Gênes, le 7 mai 2012, et qui a été fièrement revendiquée par les deux compagnons, pendant le procès qui a suivi leur arrestation (septembre 2012).
L’enquête « Scripta Manent », dirigée par le procureur Roberto Sparagna, essaye de réinterpréter les différentes conceptions théoriques du mouvement anarchiste ; cela de façon utilitariste et avec des finalités répressives, par une simplification dans des prétendues « tendances » (avec leurs « représentants »), en faisant la différence entre des anarchistes méchant.e.s et dangereux.ses et des anarchistes gentil.le.s, en essayant d’isoler les compas dans le but de les enterrer sous des années de taule et des régimes de détentions spéciaux.
Des tonnes de bétons sur eux/elles et surtout (c’est l’espoir des serviteurs de l’État, des enquêteurs et des juges) sur les pratiques dont elles/ils sont inculpé.e.s. De actions qui ont su faire avancer une continuité dans la lutte et rompre la pacification sociale des derniers vingts ans, en menant un conflit sans détour contre le pouvoir, contre l’État, ses institutions, ses prisons et ses matons, contre les gouvernants, les puissants et les patrons qui, aujourd’hui comme hier, n’ont pas arrêté leur rôle : opprimer, exploiter, dominer, subjuguer, soumettre, tuer au nom de l’ordre, du profit, de la patrie, des intérêts de toujours.
Quelqu’un a payé pour le génocide nucléaire, quelqu’un a payé pour les incursions militaires dans des territoires pillés pour leurs ressources, quelqu’un a payé pour la violence institutionnelle de l’État et de la police, quelqu’un a payé pour la ségrégation dans les CRA et les prisons.
Les pratiques et les méthodologies révolutionnaires qui ont répondu au génocide nucléaire, à la guerre et au militarisme, au pillage des ressources des territoires, à la violence institutionnelle de l’État et de la police, à la ségrégation des prisons et de ces camps appelés CRA, dont les compas sont accusé.e.s au tribunal de Turin, sont aussi les nôtres. Nous les défendons fermement, parce qu’elles, tel des éclats de liberté dans un monde de soumission, frappent les responsables de notre condition d’exploitation, d’oppression, et portent la possibilité de réfléchir de façon critique et radicale à la nature de l’oppression, en préfigurant le rêve et l’idéal pour lequel nous luttons.
Exactement de la même façon, pour les mêmes raisons, nous ressentons comme notre l’action dont est accusé Juan, une attaque contre un local de la Lega Nord, à Trévise, en août 2018, et dont le procès commencera a Trévise le novembre prochain. Nous consacrons une pensée de rage et d’amour pour ce compagnon qui, jusqu’à son arrestation, en mai 2019, et pendant quelques années, a su se soustraire à l’étouffant contrôle auquel on est soumis.e.s dans cet ordre social ; ce compagnon qui, en désertant le parcours imposé par le pouvoir, en affirmant donc de manière résolue sa détermination et son autonomie individuelle, a su entreprendre des chemins de liberté non tracés.
Nous réaffirmons que les diversités, la pluralité, les débats et aussi les polémiques sont, depuis toujours, des grandes richesses du mouvement anarchiste et de l’anarchisme en général. Nous réaffirmons que les pratiques dont nos compas sont inculpé.e.s sont une expression vivante et irrépressible de la lutte contre l’autorité, partie intégrante des expériences et des luttes du mouvement révolutionnaire. Aujourd’hui comme hier, nous nous solidarisons ouvertement avec les inculpé.e.s de l’opération « Scripta Manent », avec Juan et aussi avec Flavia, Francesca, Nico, Roby, Claudio et Carla, emprisonné.e.s à la suite des dernières opérations répressives.
Avec cette initiatives, nous saluons aussi Beppe et Natascia, en prison depuis plus d’un an, accusé.e.s d’avoir pratiqué la solidarité révolutionnaire avec les prisonnier.e.s et les opprimé.e.s. Elle/lui ont tout notre soutien, comme il l’ont tou.te.s les anarchistes et les révolutionnaires emprisonné.e.s dans les prisons de l’État, en Italie et dans le monde.
Rompre l’isolement !
Anarchistes et solidaires
Depuis attaque.noblogs.org.
Génova, plaza San Lorenzo
Sábado 26 de septiembre, 16.00 hrs
Concentración contra la represión en solidaridad con los anarquistas detenidos por la operación Scripta Manent.
LAS REJAS NO SON SUFICIENTES PARA ENCERRAR LA ANARQUÍA
El proceso de apelación por la operación «Scripta Manent» comienza en Turín. Fue el 6 de septiembre de 2016 cuando ocho anarquistas fueron detenidxs y acusadxs de haber formado o participado en una «asociación subversiva con el objetivo de terrorismo y subversión del orden democrático», acusación realizada aproximadamente a una veintena de anarquistas. En particular, las acusaciones son de haber llevado a cabo diversas acciones directas y armadas contra las fuerzas del orden desde 2005 (jefatura de policía, cuartel de carabinieri y centros de estudiantes de carabinieri, RIS), estadistas (alcaldes, ministros del interior), periodistas, empresas involucradas en reestructuración del CIE y contra el director de un centro de detención de migrantes, reivindicado por la FAI y FAI-FRI (Federación Anarquista Informal – Frente Revolucionario Internacional). Además, haber escrito y editado publicaciones anarquistas, incluida una publicación histórica del movimiento, «Cruz Negra Anarquista».
En abril de 2019, con la sentencia del juicio en primer grado, lxs compañerxs Alessandro, Alfredo, Anna, Marco y Nicola fueron condenados a penas de entre 5 y 20 años de prisión, mientras que otrxs 18 fueron absueltxs y dos de ellxs quedaron en libertad. En el caso de Alfredo y Nicola, años de prisión que se suman a la sentencia anterior por las heridas del director general de Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Una acción llevada a cabo en Génova el 7 de mayo de 2012 y reivindicada con orgullo en los tribunales por los dos compañeros durante el juicio que siguió a su detención en septiembre del mismo año.
La investigación «Scripta Manent», dirigida por el fiscal Roberto Sparagna, intenta reinterpretar las diferentes visiones teóricas del movimiento anarquista, y de manera instrumental, para esquematizarlas con fines represivos en supuestos «ámbitos» y «exponentes» afines, diferenciando entre anarquistas malos y peligrosos, de los buenos, tratando de aislar a lxs compañerxs con el objetivo de poder enterrarlxs años de la cárcel y regímenes especiales de detención.
Toneladas de cemento sobre ellxs y sobre todo – eso esperan los servidores del Estado, inquisidores y jueces- sobre las prácticas de las que se les acusa. Acciones que han logrado dar continuidad a la lucha y romper la pacificación social de los últimos veinte años, apoyando sin rodeos un conflicto radical contra el poder, contra el Estado, sus instituciones, sus cárceles y sus carceleros, contra gobernantes, poderosxs y patrones que, hoy como ayer, ciertamente no han dejado su uniforme y su trabajo: oprimir, explotar, dominar, subyugar, someter, matar en nombre del orden, el lucro, el país, los intereses de todos los tiempos.
Alguien pagó por el genocidio nuclear, alguien pagó por las incursiones militares y de guerra en sus territorios saqueados por los recursos, alguien pagó por la violencia institucional del estado y de la policía, alguien pagó por la segregación en los CIE y las cárceles.
Las prácticas y metodologías revolucionarias que respondieron al genocidio nuclear, la guerra y el militarismo, el saqueo de los recursos territoriales, la violencia institucional del estado y de la policía, la segregación de cárceles y campos de concentración denominados CIE, por lxs que son acusadxs nuestrxs compañerxs de Turín también. Lxs defendemos firmemente porque ellxs, como destellos de libertad en un mundo de sumisión, golpean a lxs responsables de nuestra condición de explotadxs, oprimidxs, y dan la oportunidad de reflexionar crítica y radicalmente sobre la naturaleza de la opresión misma, prefigurando el sueño y la realidad ideal por el que luchamos.
Exactamente de la misma manera, por las mismas razones, sentimos la acción de la que se acusa a Juan, un ataque a una sede de la Liga Norte en Treviso en agosto de 2018, cuyo juicio comenzará en Treviso en noviembre de este año. Dedicamos un pensamiento de rabia y cariño a este compañero que, hasta su detención en mayo de 2019, logró escapar por unos años del asfixiante control al que estamos sometidos en el orden social actual, que desertó del camino impuesto por el poder, afirmando así resueltamente su propia determinación y autonomía individual, ha sabido tomar caminos de libertad incontrolables.
Reiteramos que la diversidad, la pluralidad, los debates e incluso las polémicas siempre han estado entre las grandes riquezas del movimiento anarquista y del anarquismo en general. Reafirmamos que las prácticas de las que se acusa a nuestrxs compañerxs son una expresión viva e incontenible de la lucha contra la autoridad, parte integral de las experiencias y luchas del movimiento revolucionario. Hoy como ayer simpatizamos abiertamente con lxs imputadxs de la operación «Scripta Manent», con Juan, y también con Flavia, Francesca, Nico, Roberto, Claudio y Carla, prisionerxs de lxs últimos operativos represivos.
En este día también saludamos a Beppe y Natascia, quienes llevan más de un año en prisión, acusadxs de practicar la solidaridad revolucionaria con lxs presos y lxs oprimidxs. Todo nuestro apoyo va para ellxs, así como para todxs lxs anarquistas y revolucionarixs encarceladxs en las cárceles estatales en Italia y en el mundo.
¡Rompe el aislamiento!
Anarquistas y solidarixs
Tomado de anarquia.info.