KAFKA ALLA MESSINESE
Esistono fenomeni repressivi in cui il comico travalica il tragico.
I giorni scorsi sono stata l’involontaria protagonista di uno di questi, tra i tanti che il carcere messinese riesce a regalare, ogni giorno.
La DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Messina, tramite emissari della Digos cittadina, mi ha notificato in carcere, il 26 febbraio 2021, un avviso di garanzia per 270bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo), a me sola contro lo Stato, ad opera dei PM Vito Di Giorgio e Antonio Carchietti perché è stato: «inviato un hard-disk tramite corrispondenza indirizzata allo stesso istituto di pena. Ritenuto che il contenuto del suddetto hard-disk possa fornire elementi utili ad evidenziare le condotte criminose dalla stessa posta in essere o a mettere in luce il sorgere di nuove azioni con finalità terroristiche o di eversione dell’ordine democratico. Rilevato che, come segnalato dalla Digos di Messina nell’informativa sopra indicata, appare necessario apprendere il contenuto del citato hard-disk».
Ad aggiungere ridicolo al tutto c’è che il suddetto hard-disk non è entrato attraverso una non meglio specificata “corrispondenza” (fatto pressoché impossibile per chiunque conosca un minimo le modalità di ricezione, registrazione e controllo postale in carcere) ma era custodito al casellario, all’ufficio valori e mi ha seguito a distanza nei vari pellegrinaggi tra le patrie galere degli ultimi 4 anni, contenendo… semplicemente gli atti giudiziari del procedimento Scripta Manent. Insomma… un 270bis per detenzione di atti giudiziari di un processo per 270bis. Ne avevo richiesto l’uscita, come oggetto depositato all’ufficio valori, in occasione di un colloquio.
Con questo la DDA e Digos messinesi si sono distinte per l’applicazione più creativa dell’anno dell’utilizzo dello spauracchio “associativo”… visto che in questo caso i correi potrebbero essere solo i PM torinesi redattori degli atti… o gli addetti degli uffici valori del carcere che li custodivano.
Una tragicommedia che rivela le ricadute spicciole dello stato di polizia (penitenziaria) in atto.
Anna
Messina, marzo 2021
Kafka in Messina-style. Text by anarchist Anna Beniamino on 270bis notified to her in Messina prison (Italy, March 2021)
KAFKA IN MESSINA-STYLE
There are repressive phenomena in which the comic transcends the tragic.
In the last few days, I have been the involuntary protagonist of one of these, among the many that the Messina prison manages to give, every day.
The DDA (District Anti-Mafia Direction [which also deals with anti-terrorism in the context of the “National Anti-Mafia and Anti-Terrorism Directorate”]) of Messina, through emissaries of the Digos [division of the state police that deals with prevention, anti-terrorism and anti-crime activities], has notified me in prison, on February 26, 2021, a notice of investigation for 270bis (subversive association with the purpose of terrorism), to me alone against the State, by the prosecutors Vito Di Giorgio and Antonio Carchietti because it has been: “sent a hard disk through correspondence addressed to the same prison. Considered that the contents of that hard disk may provide useful information to highlight the criminal conduct carried out by the same prisoner or to reveal the emergence of new actions for the purposes of terrorism or subversion of the democratic order; noting that, as reported by the Digos of Messina in the above information, it seems necessary to learn the contents of the hard disk mentioned“.
To add ridiculousness to the whole thing, there is the fact that the above-mentioned hard disk was not entered through an unspecified “correspondence” (which is almost impossible for anyone who knows a minimum of the modalities of reception, registration and postal control in prison), but was kept at the criminal records office, at the valuables office and followed me at a distance in the various pilgrimages between the prisons in the last four years, containing… simply the judicial acts of the Scripta Manent procedure. In short… a 270bis for detention of judicial acts of a 270bis trial. I had requested its release as an item deposited at the valuables office during a visit in prison.
With this, the DDA and Digos of Messina distinguished themselves for the most creative application of the year in the use of the “associative” bogeyman… given that in this case the accomplices could only be the Turin prosecutors who drew up the documents… or the employees of the prison’s valuables office who kept them.
A tragicomedy that reveals the simple consequences of the (penitentiary) police state.
Anna
Messina, march 2021