Questo è il secondo contributo che abbiamo scelto di pubblicare riguardo alla tematica del voto. Mossi da un sincero odio nei confronti della processione al voto dei devoti della delega e dopo aver assistito dall’esterno alle elezioni in Germania del 26 settembre, a pochi giorni da quelle italiane, diffondiamo questo testo, apparso nell’edizione speciale del giornale “Kanaille“.
Per il sabotaggio del voto e di ogni forma di potere.
“Ho un dio come gli altri: ma esso è senza d.”
Bruno Filippi
La vera scelta
Tutte le persone scelgono quotidianamente. Scelgono se alzarsi e andare al lavoro, se essere un capo o non essere un capo, se entrare nell’esercito o no. I vincoli e i condizionamenti che stanno dietro a queste scelte di solito sono ciò che spingono ad alzarsi dal letto… in questo caso, è difficile parlare di vera volontarietà. Ma ogni scelta significa assumersi la responsabilità delle conseguenze. A volte siamo costretti ad accettarle, a volte no, ma anche votare o non votare ha le sue conseguenze. Non votare non è tanto una questione di ritirarsi, ma di fare una scelta che mira alle possibilità di cambiare qualcosa nel proprio contesto. Nel discorso democratico del voto, un desiderio di libertà su un cambiamento sostanziale, su una o più idee, pensieri e sogni, viene deposto. La democrazia, il “governo del popolo” non vale niente, perché finché la gente governa gli altri e questo fa parte della buona sonorità democratica, niente di fondamentale cambierà in questa società. Questi valori democratici di base, che si fondano su una fede profondamente radicata nello Stato, sono responsabili delle condizioni di sfruttamento e coercizione che vengono legittimate da capo ogni 4 anni come un gatto che si morde la coda. Gli effetti del mantenimento di questo ordine creano conflitti locali e globali a tutti i livelli. Il dominio, il potere, l’autorità e la convinzione che il loro esercizio creerebbe legge e ordine è l’opposto della possibilità individuale e collettiva di scegliere.
Queste parole possono sembrare molto astratte e la sfida è trovare approcci che facciano crollare questo mondo e i suoi valori. Non votare alle elezioni politiche è un atto contro questa società e i suoi valori, che si basano sul dominio e sulla proprietà. Per le tendenze antipolitiche e antiautoritarie, di solito è facile descrivere, analizzare e condannare lo stato attuale delle cose, spesso però senza prestare attenzione alle proprie idee e metodi. Rubare il cibo, occupare case e piazze, bruciare e dissacrare i simboli del capitalismo o anche semplicemente coltivare verdure collettivamente e senza gerarchie in un orto comunitario sono azioni necessarie per iniziare a far crollare le fondamenta. Tutti possono scegliere in qualsiasi momento, indipendentemente dal privilegio, dalla democrazia o dalla dittatura. Le conseguenze da pagare sono purtroppo diverse e sleali. La scelta rivoluzionaria è una scommessa senza certezza – in contrasto con la scelta politica, che, con le sue promesse di sicurezza, non porta al cambiamento, e se lo fa, solo per una parte della classe superiore, o per placare la classe inferiore. Da queste affermazioni scaturiscono molte domande, se le elezioni politiche non fanno la differenza, cosa si può fare? Ci sono state e ci sono ancora persone che se ne rendono conto, e invece di obbedire, scendono nelle strade di questo mondo, pretendendo non più riforme e progresso, ma un completo sconvolgimento dove non ci sia alcuno spazio per la vecchia normalità.
Per i seguaci dello Stato, esso lavora veramente per ottenere dei “miglioramenti” temporanei attraverso la politica e le riforme, ma nessuna politica può mettere in discussione l’ordine dalle fondamenta, altrimenti dovrebbe esautorarsi all’improvviso, e ciò è accaduto piuttosto raramente finora. Qualsiasi forma di potere non può esistere senza sostegno. Partecipare o spezzare questo circolo vizioso è la vera questione della scelta.
[A questo indirizzo il link al testo originale: https://kanaille.noblogs.org/post/2021/09/11/die-tatsaechliche-wahl/. Pubblicato in italiano da malacoda.noblogs.org].
Die tatsächliche Wahl
Dies ist der zweite Beitrag, den wir zum Thema Wahlen veröffentlichen. Motiviert von einem tiefem Hass auf die Prozession zur Wahl der Gläubigen der Vertretung und des Staat und nachdem wir die Wahlen in Deutschland am 26. September von außen miterlebt haben; wenige Tage vor den italienischen, veröffentlichen wir diesen Text, der in der Sonderausgabe der Zeitschrift “Kanaille” erschienen ist.
Für die Sabotage der Wahl und aller Formen der Macht.
“Ho un dio come gli altri: ma esso è senza d.”
Bruno Filippi
Die tatsächliche Wahl
Alle Menschen wählen tagtäglich, sei es aufzustehen und zur Arbeit zu gehen, ein Boss oder kein Boss zu sein, zum Militär zu gehen oder nicht. Die Zwänge und die Abhängigkeiten, die dahinter stehen verleiten meistens dann doch dazu aufzustehen… von echter Freiwilligkeit ist in dem Fall wohl kaum zu sprechen. Doch jede Wahl bedeutet Verantwortung für die Konsequenzen zu übernehmen. Manchmal nehmen wir sie gezwungenermaßen in Kauf, manchmal auch nicht, aber auch das Wählen oder Nichtwählen hat seine Folgen. Das Nichtwählen ist weniger eine Frage des sich Entziehens, sondern die Wahl zu treffen, die auf die Möglichkeiten abzielt im eigenen Umfeld etwas zu verändern. Im demokratischen Diskurs des Wählens wird ein Wunsch nach Freiheit auf eine grundlegende Veränderung, auf einer oder mehreren Ideen, Gedanken und Träume, zu Grabe getragen. Die Demokratie, die „Volksherrschaft“ ist nichts Wert, denn solange Menschen andere beherrschen und dies zum guten demokratischen Ton gehört, wird sich nichts grundlegendes in dieser Gesellschaft verändern. Diese demokratischen Grundwerte, die auf einem tief verankerten Staatsglauben beruhen, sind verantwortlich für die Ausbeutungs- und Zwangsverhältnisse, die sich wie eine Katze in den eigenen Schwanz beißt und alle 4 Jahre von neuem legitimiert werden. Die Auswirkungen von der Aufrechterhaltung dieser Ordnung schafft auf allen Ebenen lokale und globale Konflikte. Herrschaft, Macht, Autorität und der Glaube daran, dass ihre Ausübung Recht und Ordnung schaffen würden ist das Gegenteil von der individuellen und kollektiven Möglichkeit zu Wählen.
Diese Zeilen mögen sehr abstrakt klingen und die Herausforderung liegt darin Ansätze zu finden, die diese Welt und ihre Werte zum Einsturz bringen. Bei den politischen Wahlen nicht zu wählen ist eine Handlung gegen diese Gesellschaft und ihre Werte, die z.B. auf Herrschaft und Eigentum aufbauen. Für antipolitische und antiautoritäre Tendenzen ist es meist einfach den Ist-Zustand zu beschreiben, zu analysieren und zu verdammen, ohne jedoch das Augenmerk auf die eigenen Ideen und Methoden zu richten. Essen klauen, Häuser und Plätze besetzen, Symbole des Kapitalismus brandstiften und entweihen oder auch in einem Gemeinschaftsgarten kollektiv und ohne Hierarchien Gemüse anzubauen sind nötige Handlungen um jetzt schon die Grundfesten zum bröckeln zu bringen. Jede*r kann jederzeit wählen, unabhängig von Privilegien, einer Demokratie oder Diktatur. Die Konsequenzen die dafür zu bezahlen sind, sind leider unterschiedlich und ungerecht. Die revolutionäre Wahl ist ein Wagnis ohne Gewissheit – ganz im Gegensatz zur politischen Wahl, die mit ihren Sicherheitsversprechen keine Änderungen hervorruft und wenn dann nur für einen Teil der Oberschicht, oder um die Unterschicht zu besänftigen. Mit diesen Worten stellen sich viele Fragen, denn wenn die politischen Wahlen außerhalb der Möglichkeiten stehen, etwas zu verändern, was kann dann getan werden? Es gab und es gibt immer wieder Menschen die sich dessen bewusst werden, und anstatt zu gehorchen, gehen sie auf die Straßen dieser Welt und fordern keine Reformen und Fortschritt mehr, sondern eine komplette Umwälzung, in der kein Platz für die alte Normalität ist.
Für die Staatsgläubigen funktioniert es wahrlich durch Politik und Reformen temporäre „Verbesserungen“ zu erringen, doch keine Politik kann die Ordnung von Grund auf in Frage stellen, sonst müsste sie sich von einem Moment auf den anderen selbst-entmachten und das ist bisher eher selten passiert. Jegliches Machtverhältnis kann nicht ohne Befürwortung, dem Durst nach Macht existieren. Die Teilnahme oder der Ausbruch aus diesem Teufelskreis ist die tatsächliche Wahl-Frage.
[Hier ist der Link zum Originaltext: https://kanaille.noblogs.org/post/2021/09/11/die-tatsaechliche-wahl/].