Un testo di Natascia in sciopero della fame [it, en]

Un testo di Natascia in sciopero della fame

S. M. C. V., 17/06/21

– E MENO MALE CHE IN CAMPANIA SE MAGN’ BBUONO! –

Ciao ragazzi!

Due righe di aggiornamento al volo.
Senza perdere un minuto, la notte successiva all’ultima udienza preliminare di Scintilla, mi hanno rimessa su un aereo per rispedirmi in questo postaccio di merda, S. Maria Capua Vetere. Sapevo che la trasferta al nord era solo un appoggio temporaneo, ma pensavo sinceramente che avrei avuto un po’ di tempo in più, così come ingenuamente speravo che avrebbero almeno letto le varie istanze presentate, da me e dall’avvocato, per la riassegnazione.

Dal giorno in cui mi hanno trasferita qui, 3 mesi fa, non ho più potuto comunicare decentemente con il mio avvocato: i colloqui sono stati riaperti, quindi niente video chiamate né chiamate su richiesta del legale, le telefonate sono 1 mensile di 10 minuti, anche per gli imputati  e anche per chi sta a 1.000 chilometri dalla sede del processo o da casa. Se è in vena, il direttore può concederne una seconda straordinaria nel corso dello stesso mese, ma ovviamente, in quanto concessione, non ha nessun obbligo di farlo, e in ogni caso è fuori discussione superare le due mensili. 20 minuti al mese, in una stanzetta soffocante, e nell’orario e giorno prestabiliti, augurandosi che il tuo difensore quel giorno sia in studio. 20 minuti al mese, da un mese e mezzo prima che iniziasse il processo, sino ad oggi, che il dibattimento è sostanzialmente giunto al termine. Ci restano 2 udienze, prima della requisitoria, 2 udienze in cui si sarebbe dovuto ragionare di dichiarazioni spontanee, esame e controesame, ma a quanto pare mi toccherà ragionare in solitaria. A pensar male, sembra quasi che si faccia di tutto per impedire una difesa “dignitosa”… anzi: una difesa qualunque… non sia mai che l’iperbolico e morbosetto castello di carte dell’accusa dovesse iniziare a scricchiolare. Molto meglio se questa possibilità, quella di difendersi in aula, è ridotta al lumicino. Non mi dilungherò qui su come la videoconferenza si sposi alla perfezione con questa strategia, di questo si è già discusso molto (anche se forse non abbastanza). Si sa, spesso a pensar male si pensa bene. Dei 20 giorni trascorsi a Vigevano, 15 li ho trascorsi in isolamento sanitario ed 1 in udienza, altri due a fare i bagagli tra andata e ritorno… insomma, nemmeno questa è stata un’occasione per parlare con l’avvocato, visto che gli isolati non possono ricevere visite. Inutile aggiungere che ora sono di nuovo in quarantena.

Insomma, bando alle ciance: lucidamente consapevole della strategia punitiva (e preventiva?) che sta ponendo in essere il DAP nei miei confronti, e contemporaneamente offuscata di rabbia e disgusto, ho deciso che, se non ho mezzi per interpormi concretamente alle loro logiche vendicative, ho perlomeno la possibilità di non lasciarglielo fare con la mia collaborazione. Alla notizia del mio ritorno a S. Maria, alle h. 18.00 del 16.06.21, ho immediatamente comunicato l’inizio di uno sciopero della fame a tempo indeterminato. So che queste decisioni non competono alla direzione del carcere, ma io in questo posto di merda non intendo più mangiare un boccone. E peccato, perché le compagne di gabbia fanno delle pizze… ma mi è passata proprio la fame!
Ad oggi, nessun medico mi ha visitata né pesata.
Alle donne che ho intorno pare un po’ una sciocchezza, ‘na capata!, d’altronde qui c’è gente che rischia il fine pena MAI e si fa andar bene queste condizioni… ma anche questo è un altro discorso.
So che alcuni di voi non hanno mai smesso di riflettere su isolamento e dispersione… mi dispiace non essere in grado di fornire nuovi spunti o idee “innovative”, ma in questo momento, in cui ho deciso molto di pancia di intraprendere questa nuova sfida, non sono riuscita a pensare a nulla di meglio che usare nuovamente il mio corpo, digiunando.

Vi ho scritto queste due righe di getto, sulla scia della stessa ondata emotiva, di ribrezzo assoluto, che mi ha invaso rivedendo queste mura di merda. Spero di non essere stata troppo confusionaria.

Vi abbraccio tutti con molta forza!

A pancia vuota e testa alta,
Salud y Anarquìa

Nat

PS(M): Un piccolo appunto in merito al volantino di indizione del presidio del 13.06 a Vigevano. Per quanto ci si possa trovare male in un’AS3 e le condizioni possano essere afflittive, nel rispetto di chi ci sta veramente ci andrei con i piedi di piombo a fare paralleli con il 41 bis. È stato davvero un po’ fuori luogo, a mio avviso. Spero che nessuno si offenda per questo mio pensiero, ed è stato comunque bellissimo sentirvi!


A text by anarchist Natascia Savio on hunger strike (Italy)

S. M. C. V., June 17, 2021

E MENO MALE CHE IN CAMPANIA SE MAGN’ BBUONO! [And it’s a good thing we eat well in Campania!] –

Hi there!

A quick update.
Without wasting a minute, the night after the last “Scintilla” preliminary hearing [June 16], they put me back on a plane to send me back to this shitty place, S. Maria Capua Vetere. I knew that the transfer to the north was only a temporary support, but I sincerely thought that I would have some more time, just as I naively hoped that they would at least read the various petitions submitted, by me and my lawyer, for reassignment to another prison.

Since the day I was transferred here, three months ago, I have not been able to communicate decently with my lawyer: interviews have been reopened, so no video calls or phone calls at the request of the lawyer, phone calls are only one per month lasting 10 minutes, even for defendants and even for those who are 1,000 kilometres away from the trial site or from home. If he is in the mood, the director of the prison can grant a second extraordinary one during the same month, but obviously, as this is a concession, he is under no obligation to do so, and in any case it is out of the question to exceed two monthly. So 20 minutes per month, in a small stuffy room, and at the appointed time and day, hoping that your lawyer will be in the office that day. Twenty minutes a month, from a month and a half before the beginning of the trial [for the “Scintilla” operation, in Turin], until today, when the trial has substantially come to an end. There are two hearings left, before the closing speech of the prosecutor, two hearings in which there should have been reasoning about spontaneous statements, examination and cross-examination, but it seems that I will have to reason alone. On the face of it, it seems as if everything is being done to prevent a “dignified” defence… or rather, any defence at all… just in case the prosecution’s hyperbolic and morbidly house of cards starts to creak. Then it is much better for them if this possibility, that of defending themselves in court, is reduced to a minimum. I will not dwell here on how videoconferencing fits perfectly with this strategy, much has already been discussed about it (though perhaps not enough). It is known that to think badly you’re very often right. Of the twenty days I spent in Vigevano, fifteen were spent in solitary confinement and one in court, and another two days were spent travelling back and forth… in short, not even this was an opportunity to talk to the lawyer, since solitary confinement is not allowed for visitors. Needless to say, now I am back in quarantine.

So, let’s stop all the chit-chat: lucidly aware of the punitive (and preventive?) strategy that the DAP [“Department of Penitentiary Administration”] is putting in place towards me, and at the same time full of anger and disgust, I decided that – if I have no means to concretely interpose myself to their vindictive logics – I have at least the possibility to not let them do it with my collaboration. On hearing the news of my return to S. Maria Capua Vetere, at 6 p.m. on June 16, 2021, I immediately announced the start of an indefinite hunger strike. I know that these decisions are not competence of the administration of the prison, but I don’t intend to eat another bite in this shitty place. And it’s a pity, because the cage mates make some pizzas… but I’m really not hungry anymore!
To this day, no doctor has examined me or weighed me.
To the women around me it seems a bit silly, ‘na capata!, after all, there are people here who risk fine pena mai [life imprisonment with no possibility of release] and endure these conditions… but this too is another matter.
I know that some of you have never stopped thinking about isolation and dispersion… I’m sorry I’m not able to give you new hints or “innovative” ideas, but in this moment, in which I decided very suddenly to undertake this new challenge, I couldn’t think of anything better than using my body again, by fasting.

I wrote these two lines on the spur of the moment, in the wake of the same emotional wave of absolute disgust that invaded me when I saw these shitty walls again. I hope I haven’t been too confusing.

I embrace everyone very strongly!

With empty bellies and heads held high,
Salud y Anarquìa

Nat

PS(M) [pun between the PS of postscript and “PSM”, an acronym which in Italian corresponds to più sbirri morti, “more dead cops”]: A small note about the leaflet calling for the solidarity gathering of June 13 outside Vigevano prison. As much as one may feel bad in an AS3 [“High Security 3”] and the conditions may be afflictive, in respect of those who are really there, I would tread lightly in drawing parallels with 41 bis [the most restrictive prison regime in Italy]. It was really a bit out of place, in my opinion. I hope no one will be offended by this, however, it was great to hear from you inside the prison!

[Everything in square brackets is an addition of the translator. Text published by malacoda.noblogs.org].

Note: Natascia was arrested on May 21, 2019 along with Beppe and another comrade for “Prometeo” repressive operation, carried out by the ROS (“Special Operational Grouping”) of carabinieri. In December 2019 the third comrade was released from prison. The main charge is “attack with the purpose of terrorism”, as they are held responsible for sending three parcel bombs that arrived in June 2017 to prosecutors Rinaudo (prosecutor in several trials against the antagonist movement and anarchists) and Sparagna (prosecutor in the “Scripta Manent” anti-anarchist trial) and to Santi Consolo, at the time director of the DAP (“Department of Penitentiary Administration”) in Rome. Natascia and Beppe are currently in prison for the “Prometeo” operation, the trial of which is ongoing in Genoa. On May 10, Beppe was sentenced to five years of prison in the context of another investigation concerning an incendiary device placed against a post office in Genoa on June 8, 2016. Natascia is also a defendant (free, but under investigation) in the trial that followed the “Scintilla” operation of February 7, 2019, on charges of “subversive association”.