6–7–8 agosto 2021: Campeggio sul monte Beigua contro la miniera di titanio

6–7–8 agosto 2021: Campeggio sul monte Beigua contro la miniera di titanio

Campeggio contro la miniera di titanio, 6–7–8 agosto. Tre giorni di incontri, discussioni e condivisione contro l’estrazione mineraria di titanio nel Parco del Beigua e dintorni.

Venerdì 6 agosto

Dalle ore 11:00 — Allestimento del campeggio.

Ore 18:00 — Incontro di presentazione del campeggio e introduzione alla “tre giorni”.

Ore 19:00 — Monocorpologo “LE SCARPE DI MIO PADRE”, azione teatrale scritta e interpretata da Vito Mora.

Mio padre non era un militante rivoluzionario, non era un grande pensatore o un musicista virtuoso, non era neppure, che ne so, una persona violenta, non ha mai alzato un dito su nessuno e nessuno lo ha mai alzato su di lui, non ha avuto una vita travagliata e neanche particolarmente sofferta.

Era un uomo normale, un carpentiere.

Ha vissuto la sua vita: emigrato al nord, ad Albenga, dalla Calabria, lavorato anche troppo, messo su famiglia, avuto due figli, costruito una casa e poi se ne è andato all’altro mondo, per fortuna parecchi anni fa, quando era ancora possibile andare all’ospedale a far le visite e celebrare i funerali come ci pareva.

Con i testi che ho scritto dopo la sua morte, ci ho fatto un’azione teatrale, un monologo (no letture) con interventi corporei, un monocorpologo, della durata di un’ora circa. Non è un racconto biografico, sono immagini, quadri, ricordi, presuntuosamente direi, prosa poetica.

A seguire aperitivo con dj-set e concerto dei Musica Discreta Per Ambienti Eleganti.

Sabato 7 agosto

Ore 9:00 — Partenza della corsa podistica campestre attraverso alcune delle zone minacciate dalla miniera, chi vuole potrà camminare sullo stesso percorso.

Ore 13:00 — Pranzo condiviso.

Ore 15:30 — Presentazione del libro “Lo spillover del profitto. Capitalismo, guerre ed epidemie” a cura di Calusca City Lights, Edizione Colibrì, Milano, 2020.

Quando il confinamento avrà termine e si uscirà dal bozzolo antivirus, tutti i lavoratori, quale che sia il loro sesso, si troveranno di fronte alla dura realtà. Il pericolo più grande non sarà costituito da questo o quel virus, ma dal capitale stesso. Dopo aver dimostrato la sua totale incapacità di anticipare e gestire la crisi, il sistema ne farà pagare il conto a coloro senza i quali non può raccogliere i suoi profitti: i proletari. Aumento della disoccupazione, riduzione del salario reale, penuria progressiva, militarizzazione della società. Dopo aver strombazzato a destra e a manca: Siamo in marcia verso sempre nuovi progressi, la classe capitalista ora martella: Siamo in guerra! Innanzitutto contro quanti si ribelleranno sfidando l’ordine socio-economico esistente. In primo luogo contro i proletari.

Ore 18:00 — Discussione proposta dal curatore delle edizioni Hirundo “Il vuoto oltre la civiltà”.

Il periodo pandemico ha evidenziato ancora di più lo stato di dipendenza patologica dal sistema tecnologico. E a richiedere più vaccini, tamponi e sussidi è proprio il mondo militante di sinistra, in adorazione e in preghiera di fronte al dio del progresso e della scienza. Ma se i “rivoluzionari storici” hanno abdicato qualsiasi speranza di autonomia agli Stati e alle multinazionali del farmaco e dell’HI Tech, cosa ne sarà degli “eretici” di oggi? Nel dilagare ormai sconfinato delle teorie post moderniste che invadono i movimenti sociali proviamo a tracciare una via in rotta di collisione con la civiltà industriale moderna. Proviamo a parlare di inselvatichimento, di autonomia alimentare, di reti di supporto e condivisione al di là dei processi di mercificazione, e, poi, di reale autogestione della salute. La frattura emersa in questo periodo potrebbe essere l’occasione per frantumare molti miti dei rivoluzionari di ieri e di oggi. L’alternativa è un comodo e “militante” ritorno alla normalità.

Ore 20:00 — Aperitivo e concerto con: NOCHAPPI? BOURGEOIS! – PEGGIOKLASSE – Il Blues de “IL TENEBROSO DALLA FITTA SELVA”. A seguire dj-set.

Domenica 8 agosto

Ore 9:00 — Passeggiata mattutina attraverso alcune delle zone minacciate dalla miniera.

Ore 11:00 — Discussione pubblica sulla minaccia costituita dalla realizzazione della miniera di titanio e sulle forme di resistenza e lotta a difesa del territorio.

Ore 15:00 — Presentazione di “Respiro – Quando l’ordine del mondo ci toglie il fiato, una boccata d’aria in forma di fumetto” con Marco Bailone uno dei coordinatori di questa autoproduzione. Rivista di fumetti e disegni nata a fine 2020, un’autoproduzione di 112 pagine alla quale hanno partecipato 28 autrici e autori, un’opera benefit per carcerate e carcerati.

A seguire Canti di Resistenza sotto al Tiglio secolare.

La tre giorni di campeggio si svolgerà a Piampaludo a 857 m s.l.m – comune di Sassello (provincia di Savona).

All’interno del campeggio sarà presente una cucina autogestita, ci sarà la possibilità di utilizzare liberamente due griglie e condividere la cucina da campo, sarà presente una cambusa di base per organizzare i pasti condivisi (sabato pranzo e cena, domenica pranzo); gli aperitivi saranno benefit.

Portatevi le stoviglie e il bicchiere, non avremo nulla di monouso, cerchiamo di non essere impattanti per l’ambiente, riduciamo la spazzatura al minimo.

Portati la tenda e tutto il necessario per campeggiare tre giorni, la zona è raggiungibile in auto/furgone.

Spazio per distro e autoproduzioni (portati il tavolo).

Per informazioni

Blog: delcoloredellaterra.noblogs.org
Telegram: DEL COLORE DELLA TERRA

Contatti

E-mail: delcoloredellaterra[at]anche.no

Il programma del campeggio: [PDF] 6–7–8 agosto 2021: Campeggio sul monte Beigua contro la miniera di titanio.

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CHI BEN COMINCIA…

Dopo 44 anni la regione Liguria ha ceduto alle pressioni della C.E.T. (Compagnia Europea del Titanio) e ha aperto ai test per le operazioni di esplorazione e di scandaglio per la ricerca del Titanio sul monte Tarinè.

Le prime pressioni per ottenere una concessione, rilasciata e poi ritirata causa proteste, risalgono infatti al 1976; ora, con pazienza e perseveranza la C.E.T. è riuscita ad ottenere un primo via libera. La stima fatta è di un giacimento di titanio di 400 milioni di tonnellate che varrebbe tra i 400 e i 600 miliardi di euro di un metallo ambitissimo dall’industria moderna civile, ma soprattutto militare e tecnologica. A ciò si aggiungono i 500 milioni annui per la Regione beneficiaria dei diritti di estrazione.

Di fronte a simili cifre di guadagno la C.E.T. ha, in maniera sfacciata e che non lascia spazio a mediazioni, dichiarato: “Non molleremo mai, perché stiamo parlando del più grande giacimento del continente, forse del mondo intero. Stiamo parlando di una potenziale e inestimabile ricchezza, per tutti”.

Una dichiarazione sprezzante che però la dice lunga sulla loro determinazione e su quanto siano subdoli promettendo ricchezza per tutti (non crediamo che il tizio che dorme sulla panchina della stazione ne benefici e nemmeno le persone che vivono nell’area ad esempio allevando o coltivando).

Non si vergognano più di ammetterlo, queste aziende di sciacalli.

Nel nome del profitto, sbavano sulle ultime materie prime; l’industria tecnologica, il capitalismo e lo Stato speculano sulle nostre vite e sul pianeta.

Da qui in poi si è aperto il disgustoso teatrino politico tipico di un Paese democratico tirando in ballo chi l’impatto ambientale da un lato, chi gli immensi guadagni dall’altro. I politici a favore sono quelli per cui il denaro e il lavoro vengono prima di ogni cosa, gli altri, che ora sono all’opposizione, devono per forza far finta di opporsi per non perdere la faccia. La conseguenza di ciò sono una marea di vuote chiacchiere, di dati scientifici incomprensibili e senza significato, nell’attesa di trovare un accordo che vada bene a maggioranza e opposizione. I primi allora si vanteranno dei mirabolanti risultati raggiunti in punti del PIL regionale e di occupazione, i secondi di aver condotto una opposizione onorevole, dura e decisa. Risultato: MINIERA REALIZZATA, BEIGUA DISTRUTTO.

Il no a questo progetto, deve essere un NO ideale che porti con sé una visione di mondo differente e inconciliabile con la loro; visione in cui la ricchezza non sia il denaro, l’accumulo di beni o il numero di like che ricevo, ma la libertà, l’indipendenza dalle strutture che ci legano anche e soprattutto quando queste ci rendono comoda e agevole l’esistenza.

A ciò bisogna aggiungere due concetti, forse desueti o considerati antiquati, ma più attuali che mai: lotta di classe e resistenza al dominio tecno-capitalista. Esiste un élite che determina le sorti del mondo arricchendosi e lasciando alla massa di oppressi scarti e disperazione; con ciò si intende che non basta portare una visione di mondo differente con sé, ma bisogna anche avere ben chiaro chi sono i padroni (anche se green), i politicanti interessati alla questione solo per il proprio tornaconto, ma sempre pronti a voltare le spalle e passare dall’altra parte alle prime difficoltà. Essi vanno cacciati con fermezza e senza sé né ma.

Un altro punto su cui bisogna fermamente controbattere è il mantra sempreverde del “quest’opera dà lavoro” ridistribuendo la ricchezza per tutta la popolazione; prima di tutto va controbattuto per come esso stesso viene posto e cioè in maniera ricattatoria, in un periodo per giunta in cui il lavoro è un tema sensibile. Ciò che viene lasciato a donne e uomini non è ricchezza ma un ambiente devastato e impoverito che porterà al conseguente degrado delle relazioni sociali. In secondo luogo il lavoro salariato è determinato dal capitale e dalle sue esigenze, ci viene imposto ma non è la nostra vita e in parte possiamo sopperire alla sua mancanza organizzandoci in altri modi per procurarci tutta una serie di beni che, nella maggior parte dei casi ci procuriamo tramite l’uso del denaro.

La sola possibilità di fermarla è mettere in atto un’opposizione decisa e radicale a parole e nei fatti, senza farsi problemi ad andare contro tutte le regole e norme che ci sono state insegnate, evitando di sedersi al tavolo della discussione democratica perché è un tavolo truccato che porta ad una sconfitta certa.

La delega, il dissenso simbolico, il limitarsi a proteste “secondo le regole” o peggio ancora utilizzando i canali virtuali sono falsi amici da cui bisogna guardarsi molto bene.

Appoggiarsi a vicenda, aiutarsi nel rispetto reciproco, a seconda delle proprie possibilità tenendo conto di quanto detto prima potrebbe essere una strategia funzionante.

Nessuno ha la bacchetta magica su come affrontare una situazione del genere, ma iniziare avendo chiaro come NON debba essere affrontata è già un buon inizio.

[Tratto da delcoloredellaterra.noblogs.org].