Spoleto, 24.01.2020: La guerra è cosa loro. Proiezione documentario e dibattito

Ogni giorno i media parlano della guerra, ma ci si può abituare alla guerra? Il conflitto che infiamma il Medio Oriente non è una tragica fatalità. Tutti i governi, di ogni colore politico, sono responsabili di questa situazione. Per questo ci escludono dalle informazioni e dalla riflessione su questa guerra. Mentre le scelte dell’amministrazione statunitense di Donald Trump sembrano tese a far precipitare la situazione, i potenti del mondo si ritrovano a Berlino per spartirsi la Libia e i preziosi pozzi di petrolio nella regione. Non possiamo sottacere le responsabilità dello Stato e degli industriali italiani, che continuano a produrre le bombe che uccidono migliaia di civili in Yemen. La verità è che la guerra è un grosso affare per alcuni. Sono gli stessi che si arricchiscono delle tragedie dei poveri e poi speculano sull’immigrazione che le loro bombe producono. Leggi tutto “Spoleto, 24.01.2020: La guerra è cosa loro. Proiezione documentario e dibattito”

Una co-edizione di Editziones Sa Cavuna, Biblioteca Spazio Anarchico “Lunanera” ed Edizioni Monte Bove.


Oggi, a cinquant’anni di distanza, nei consessi ufficiali istituzionalizzati, si riscrive la storia ad uso & consumo del potere, su quel tragico 12 dicembre 1969, giorno della prima strage di Stato in Italia (ne seguiranno altre sette negli anni successivi). Al mercato mass-mediatico del consenso si celebra la falsità e la menzogna che fanno da ingiuria a tutte le sue vittime, si oblia e strumentalizza nell’infamia la verità.





Venerdì 11 ottobre
Venerdì 11 ottobre

È disponibile la ristampa del pamphlet “29 luglio 1900. Un fatto”
Venerdì 20, sabato 21 e domenica 22 settembre la distribuzione anarchica Malacoda sarà presente alla nona edizione della “Vetrina dell’editoria e delle culture anarchiche e libertarie”, a Firenze. Segnaliamo che in tale contesto, domenica 22 alle ore 10.30, a cura dell’autore, si terrà la presentazione dell’ultimo libro pubblicato dalle Edizioni Monte Bove,
Ore 19.00 – Cena.
Per presentarvi il testo che avete tra le mani questa volta partiremo dalla fine. Dalle novecentododici voci che compongono l’indice dei nomi. Una cifra che ci parla non solo della stazza monumentale dell’ultimo libro di Gino Vatteroni, della precisione storiografica e della ricchezza delle fonti, quanto di qualcosa di più profondo: quella che va Dalle Apuane alle Green Mountains è una storia corale, collettiva.
Grida per Alfredo
Ore 9.00 – Volantinaggio presso il mercato di via Cacciatori delle Alpi (Spoleto).
Che la vita sia una partita a dadi contro il destino lo scrisse un poeta, che agli anarchici piaccia giocare lo sappiamo. Una prima partita l’abbiamo conclusa. Un mese per tastare il terreno ed annusare i confini della gabbia, un mese di sciopero della fame per far capire che siamo materiale difficile da inscatolare.
Ogni anno a fine giugno Spoleto cambia volto. Tutte le scritte vengono ricoperte, le macerie del terremoto vengono nascoste da esposizioni artistiche, la gente smette di essere razzista… tutto per accogliere quel poco di élite culturale che è rimasta alla borghesia internazionale che viene ad assistere agli spettacoli del Festival dei Due Mondi, sopratutto dagli Stati Uniti dove si svolge l’altra metà di questo grande evento dell’opera, della danza e del teatro. Da quanto apprendiamo sul “Corriere dell’Umbria” e sul sito tuttoggi.info qualcuno c’è è rimasto molto male nello scoprire che il giorno di inizio delle danze (venerdì 28 giugno) i muri appena ripuliti erano di nuovo stati imbrattati da soggetti definiti «vandali» e che alcuni vetri erano stati rotti in città.
Venerdì 28 giugno 2019: Presentazione del Bollettino della biblioteca dello spazio anarchico “Lunanera” di Cosenza
Un saluto per Juan e un grido di lotta per le anarchiche prigioniere in sciopero della fame.
Ritengo importante che i/le compagni/e anarchici/e con visioni e pratiche diverse si incontrino su questi temi. Per quanto limitato questo è il mio contributo, solo qualche spunto di riflessione critica.
Cari compagni e compagne,
Il 24 aprile 2019 la corte d’assise di Torino ha emesso la sentenza di primo grado per il processo «
Dichiarazione finale al tribunale di Torino
Sono anarchica, non sono femminista perché percepisco il femminismo come un ripiegamento settoriale e vittimista, non ho mai fatto discriminazioni di genere anche se non uso convenzioni linguistiche gender-friendly, anzi uso spesso un linguaggio sporco e politicamente scorretto. Ritengo che nella ricerca dell’anarchia, ovvero nella pratica di rapporti antiautoritari sia già contenuto e vada coltivato l’annullamento di privilegi ed oppressioni di genere. Ah, dimenticavo, detesto l’autocoscienza in sede pubblica e pure le assemblee le ritengo uno strumento spuntato. Capisco ed ho la volontà di incontro, ma vedo come troppo spesso il momento assembleare scada nell’autorappresentazione sterile.